Che cos’è la 104? A chi si applica e cosa prevede  
Fonte:legge per tutti

La legge n. 104 del 1992 permette l’accesso a numerosi benefici fiscali, sociali ed economici per le persone affette da handicap e per i loro familiari.
La legge n. 104/1992, dedicata all’assistenza, all’integrazione sociale e ai diritti delle persone handicappate, ha lo scopo di garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata.
Persegue tali finalità [1]  mediante:
 la promozione della piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società;  la prevenzione e rimozione delle condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali;  il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali, assicurando i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle minorazioni, nonché la tutela giuridica ed economica della persona handicappata;  la predisposizione di interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata.
A chi è rivolta la legge 104/1992?
Le previsioni contenute nella legge sono dirette principalmente alla persona handicappata.
È la legge stessa a dare una definizione di persona handicappata, qualificata come colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che é causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione [2].
La persona handicappata ha diritto alle prestazioni stabilite in suo favore in relazione alla natura e alla consistenza della minorazione, alle sue capacità individuali ed alla efficacia delle terapie riabilitative.
La legge si applica anche agli stranieri e agli apolidi, residenti, domiciliati o aventi stabile dimora nel territorio nazionale.
La legge n. 104/1992 si rivolge anche ai familiari prevedendo, ad esempio, che la cura e la riabilitazione della persona handicappata si realizzino con programmi che prevedano prestazioni sanitarie e sociali integrate tra loro, coinvolgendo la famiglia e la comunità, assicurando gli interventi per la cura e la riabilitazione anche a domicilio [3].
Ancora, è previsto che l’inserimento e l’integrazione sociale della persona handicappata si realizzino mediante interventi di carattere socio-psicopedagogico, di assistenza sociale e sanitaria a domicilio, di aiuto domestico e di tipo economico, a sostegno della persona handicappata e del nucleo familiare in cui è inserita [4].
Inoltre, Il genitore o il familiare lavoratore, dipendente pubblico o privato, ha diritto ad appositi permessi retribuiti. Ha diritto anche di scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede [5].
Come si accerta l’handicap?
L’accertamento dell’handicap avviene attraverso l’esame da parte di una commissione medica costituita presso la Asl  [6].
Nella commissione medica sono presenti anche un operatore sociale ed un esperto nei casi da esaminare.
In  sede di accertamento sanitario, la persona interessata può farsi assistere dal proprio medico di fiducia.
La domanda per ottenere il riconoscimento dell’handicap va presentata all’Inps per via telematica. L’interessato può provvedervi autonomamente oppure attraverso gli enti abilitati come patronati sindacali, associazioni di categoria e Caaf.
In caso di accertamento negativo da parte dell’Inps, è ammessa la tutela dinanzi al tribunale civile (sezione lavoro e previdenza).