Opzione Donna, Il Governo dovrà rispondere sulla proroga al 2018
Fonte: pensioni oggi - Scritto da Eleonora Accorsi
Calendarizzate in Commissione Lavoro al Senato quattro interrogazioni parlamentari per la prosecuzione della sperimentazione "opzione donna" oltre il 2015.
Il Governo risponderà il prossimo 4 maggio in Commissione Lavoro presso il Senato circa la possibilità di una prosecuzione della sperimentazione del regime sperimentale donna sino al 2018. All'ordine del giorno della Commissione ci sono, infatti, ben quattro interrogazioni parlamentari sollevate praticamente da tutti i gruppi politici (3-03577 Gatti; 3-03582 Bencini; 3-03606 D'Adda; 3-03627 Catalfo) che chiedono all'esecutivo un intervento ulteriore su questo fronte per consentire il pensionamento anticipato anche alle lavoratrici nate dopo il 1958.
Attualmente, come noto, l'opzione donna può essere esercitata dalle lavoratrici dipendenti, anche del pubblico impiego, che hanno maturato 57 anni di età (58 anni le autonome) entro il 2015 a condizione, in entrambi i casi, di avere almeno 35 anni di contributi sempre entro la medesima data. Bisogna ricordare, inoltre, che per questo canale di uscita resta in vigore il meccanismo di slittamento delle cd. finestre mobili, pertanto, la prima decorrenza utile della pensione si collocherà dopo 12 mesi (18 mesi le autonome) dalla data di perfezionamento dei suddetti requisiti. L'opzione è stata riscoperta in questi ultimi anni da un numero sempre maggiore di donne dopo che la Riforma Fornero del 2011 ha abolito la pensione di anzianita' ed ha innalzato bruscamente l'età pensionabile (da 60 a 66 anni). Si tratta di una scelta comunque non indolore perchè l'uscita anticipata viene pagata, spesso, con una riduzione dell'assegno pensionistico piuttosto intensa rispetto dell'ultimo reddito percepito a causa dell'applicazione delle regole del sistema contributivo.
La legge di stabilita' per il 2016 ha, tuttavia, aperto uno spiraglio sulla possibilità di una proroga oltre il 2015 se residuano fondi dalle risorse stanziate nella medesima legge per tale scopo. In particolare, è stato introdotto un monitoraggio delle spese sulla base del quale il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro il 30 settembre di ogni anno, deve trasmettere alle Camere una relazione sull'attuazione della sperimentazione, con particolare riferimento al numero delle lavoratrici interessate e agli oneri previdenziali conseguenti, e, "qualora dall'attività di monitoraggio risulti un onere previdenziale inferiore rispetto alle previsioni di spesa, con successivo provvedimento legislativo verrà disposto l'impiego delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe, ivi compresa la prosecuzione della medesima sperimentazione".
Posto che, secondo gli ultimi dati dell'Inps, il numero delle domande presentate nel corso del 2016 è stato inferiore alle aspettative preventivate dal Governo (36mila domande per un totale di 2,5 miliardi di euro) il Parlamento chiede ora conto all'esecutivo su quali siano le reali intenzioni e possibilità di dare seguito a tale proroga della sperimentazione arrivando eventualmente, come chiedono diverse lavoratrici, sino al 31 dicembre 2018. "La proroga fino al 2018 - scrivono i parlamentari interroganti - attenuerebbe quantomeno alcune iniquità tra le lavoratrici le cui date di nascita si scostano di un solo semestre, ritrovandosi, le une rispetto alle altre, con un'attesa di circa 8 anni in più". Sul riutilizzo delle risorse stanziate e sottoutilizzato pende, infatti, l'ostacolo della Rgs secondo cui le risorse anche se eccedenti non possono essere deviate sino al 2022. Essendo il diritto "cristallizzato", le donne che hanno maturato i requisiti entro il 2015 potrebbero esercitare l'opzione anche successivamente rendendo imprevedibile il "consumo" della provvista economica. Dunque qualsiasi ulteriore intervento andrebbe nuovamente coperto da un punto di vista finanziario. Una questione complessa da sbrogliare ma che interessa decine di migliaia di potenziali interessate.