Infortunio del dipendente, la colpa non è sempre del datore

Fonte:legge per tutti

Se il lavoratore si fa male a causa di un suo comportamento colposo e imprevedibile non può essere considerato responsabile il datore.

 In caso di infortunio il datore non è responsabile “sempre e comunque”: in particolare, non sussiste alcuna responsabilità se questi ha messo in atto tutte le misure previste dalla normativa in materia di salute e sicurezza, ma il lavoratore si è fatto male lo stesso, a causa di un suo comportamento colposo e non prevedibile.

È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, con una recente sentenza [Cass. sent. n. 8883/2016.], che rispecchia pienamente quanto previsto dalla normativa in merito al principio di auto-responsabilità: nessuna colpa in capo al titolare, dunque, se questo ha messo in atto tutte le precauzioni necessarie, ma l’infortunio è avvenuto ugualmente, per il comportamento irresponsabile del dipendente.

 Il caso

La pronuncia della Cassazione riguarda l’amministratore e l’Rspp (responsabile del servizio di prevenzione e protezione) di una società, riconosciuti dalla sentenza di appello colpevoli del reato di lesioni a carico di un dipendente caduto dal tetto di un capannone.

La Suprema Corte, nel dettaglio, ha ribaltato la precedente sentenza, in quanto:

 – al lavoratore erano state fornite tutte le attrezzature necessarie per lavorare in sicurezza (elevatore con braccio meccanico);

 – il dipendente, oltre ad essere stato in precedenza addestrato per tale tipologia di interventi, era stato esaurientemente istruito sull’uso delle attrezzature di lavoro e sulle misure di sicurezza da prendere;

 – il dipendente, nonostante le istruzioni impartite e la dotazione dell’elevatore, pur avendo utilizzato il macchinario si era portato in un punto non sicuro, poi crollato causando l’infortunio.

 La Corte ha dunque accertato che il datore e l’Rspp non avevano alcuna colpa dell’accaduto, in quanto il lavoratore aveva operato in modo irresponsabile, difformemente dalle indicazioni aziendali.

  Infortunio e colpa del lavoratore: l’Inail non paga?

Il fatto che il datore di lavoro non sia colpevole in merito all’infortunio e che lo sia il lavoratore non comporta necessariamente il mancato riconoscimento dell’indennità da parte dell’Inail. Trattandosi di un’assicurazione, difatti, il dipendente è ugualmente risarcito, anche se ha adottato un comportamento negligente o imprudente, o ha operato con imperizia. L’Istituto non riconosce alcun risarcimento solo nel caso in cui sia accertato il dolo del lavoratore, con sentenza passata in giudicato, in conformità al principio generale [Art. 1900 Cod. Civ.] per cui l’assicurazione non risarcisce i sinistri cagionati dal dolo del contraente.

 Risarcimento Inail: l’occasione di lavoro

Non bisogna comunque dimenticare che il risarcimento dell’Inail opera soltanto per gli infortuni avvenuti nell’ambito dell’occasione di lavoro: non è, dunque, importante che l’evento accada nel luogo di lavoro o durante l’orario lavorativo, quanto che avvenga per il lavoro.

Così, ad esempio, non potrà essere risarcito il lavoratore che si fa male giocando a calcio nel magazzino dell’azienda durante una pausa, né quello che, durante l’orario di lavoro, si allontana per fare una commissione, incaricato dal datore, devia dal percorso per esigenze personali e si fa male. Mancando l’occasione di lavoro, difatti, manca il presupposto dell’indennizzabilità da parte dell’Istituto.