Statali, il 10% dei dipendenti pubblici potrà ricorrere al telelavoro entro 3 anni

FONTE:PENSIONIOGGI Scritto da  Davide Grasso

Pubblicate le Linee Guida da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dentro anche misure a sostegno della genitorialità con la stipula di convezioni con gli asili nido. Ma resta l'incognita sulle risorse.

Piu' spazio alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle pubbliche amministrazioni. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha adottato la direttiva contenente le Linee Guida sull'attuazione dei commi 1 e 2 dell'articolo 14 della legge 124/2015 (Riforma della Pa) che rafforza il ricorso al telelavoro, al lavoro agile e allo smart-working nonchè alla conciliazione vita lavoro soprattutto per le lavoratrici madri. 

L'obiettivo della riforma è permettere, entro tre anni, ad almeno il 10 per cento dei dipendenti, ove lo richiedano, di avvalersi delle nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa, garantendo che i dipendenti che se ne avvalgono non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera. Le Pa potranno, inoltre, stipulare convenzioni con asili nido e scuole dell'infanzia e a organizzare, anche attraverso accordi con altre amministrazioni pubbliche, servizi di supporto alla genitorialità, aperti durante i periodi di chiusura scolastica. 

I destinatari

Le novità interessano potenzialmente i lavoratori dipendenti in qualsiasi amministrazione pubblica, dunque ne possono fruire sia i dirigenti che gli impiegati, a tempo indeterminato o a tempo determinato, anche se le amministrazioni possono definire le attività compatibili con il lavoro agile e tenerne conto ai fini dell’accesso a tale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro da parte dei dipendenti che ne fanno richiesta. 

Le Linee Guida dettano poi alcuni criteri alle Pa per l'individuazione dei lavoratori per il ricorso in materia di telelavoro, lavoro agile e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. In particolare ciascuna Pa deve adottare dei criteri di priorità per la fruizione delle relative misure, compatibilmente con l'organizzazione degli uffici e del lavoro, a favore di coloro che si trovano in situazioni di svantaggio personale, sociale e familiare e dei/delle dipendenti impegnati/e in attività di volontariato e individuare, ove necessario, tramite apposito atto di ricognizione interna, le attività che non sono compatibili con le innovative modalità spazio temporali di svolgimento della prestazione lavorativa, tenendo sempre presente l’obiettivo di garantire, al termine del triennio successivo alla data di entrata in vigore della legge 124/2015 e, a regime, ad almeno il 10 per cento del proprio personale, ove lo richieda, la possibilità di avvalersi di tali modalità.

L'obiettivo può essere raggiunto anche tramite la promozione di percorsi di formazione mirati rivolti ai dipendenti pubblici, modelli organizzativi più competitivi e ad una riprogettazione dello spazio fisico e virtuale di lavoro, attraverso la riorganizzazione e razionalizzazione dei luoghi di lavoro, anche mediante la creazione di spazi condivisi. L'adesione ai programmi di telelavoro o di smart-working deve, comunque, essere su base volontaria. Le amministrazioni dovranno verificare, infine, l'impatto delle misure organizzative adottate in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti sull'efficacia e sull'efficienza dell'azione amministrativa, nonché sulla qualità dei servizi erogati.  

Sostegni alla genitorialità  

Per quanto riguarda, infine, i sostegni alla genitorialità le Linee Guida ribadiscono che le amministrazioni pubbliche possono procedere, al fine di conciliare i tempi di vita e di lavoro dei dipendenti, a stipulare convenzioni con asili nido e scuole dell'infanzia e a organizzare, anche attraverso accordi con altre amministrazioni pubbliche, e servizi di supporto alla genitorialità, aperti durante i periodi di chiusura scolastica. Attraverso tali convenzioni e accordi interministeriali, infatti, le amministrazioni pubbliche potranno garantire, anche a risorse economiche invariate, una migliore accessibilità dei servizi di cura e assistenza che risulti compatibile con gli orari di lavoro sia delle lavoratrici, sia dei lavoratori. La novità per quanto positiva è lasciata però al budget della PA dato che la stipula delle convenzioni avverrà nei limiti delle risorse di bilancio disponibili e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Un limite che potrebbe far naufragare sul nascere la misura.